La mappa ecologica di Fabio

Recensione del libro “La sfida del Secolo” di Fabio Olmi (Editore Aracne, maggio 2022)

Eleonora Aquilini

Presidente della Divisione di Didattica


Aquilini.pdf Certo, come scrive il filosofo e matematico Alfred Korzybski , “la mappa non è il territorio”, non esiste un’unica realtà, ma molti modi di interpretarla; tuttavia, usufruire di mappe come quelle che Fabio ci fornisce nel suo libro La sfida del secolo  ci aiuta a costruire la nostra rappresentazione, la nostra visione ecologica dei problemi ambientali. C’è inoltre un altro aspetto importante: la formazione iniziale e in servizio degli insegnanti si avvale oggi di un notevole contributo con il libro di Fabio. Il libro, infatti, permette di aggiungere alle competenze cognitive, pedagogiche e relazionali per insegnare un tassello che riguarda la nostra consapevolezza dei problemi ambientali. Si parla molto di argomenti ecologici a volte con superficialità, a volte con competenza scientifica non ben comunicata e quello di cui si sentiva il bisogno è proprio un testo ragionato in cui i vari aspetti critici che riguardano il riscaldamento del pianeta e il clima che cambia, le risorse per lo sviluppo sostenibile, i rifiuti e l’economia circolare, le risorse essenziali per la sopravvivenza, vengono affrontati con equilibrio, utilizzando una documentazione accurata e aggiornata. In che senso si parla di “equilibrio”? C’è un equilibrio metodologico: è un libro che si rivolge a non esperti scritto da un esperto della materia che si rivolge a loro nella maniera più piana e comprensibile possibile, senza rinunciare al rigore scientifico. C’è poi un equilibrio di sostanza, nel senso che non si vogliono sostenere tesi a priori, come spesso si legge nei giornali, ma si cerca una spiegazione razionale di quello che si può fare conoscendo e analizzando i diversi aspetti dei problemi. È esemplificativo come Fabio, partendo dai gas serra, arrivi allo smaltimento dei rifiuti. Dopo aver affrontato il problema dei gas serra, con una bellissima disquisizione “da chimico” sulla fotosintesi con la cattura del CO 2  e la liberazione di ossigeno, Olmi fa una riflessione sul fatto che, ad esempio, piantare miliardi di piante per aumentare la sottrazione di CO 2 , o confinare questo gas sotto terra, o ricorrere al nucleare verde non siano vie percorribili e che l’alternativa è soltanto eliminare più rapidamente possibile le combustioni di combustibili fossili, facendo ricorso a fonti energetiche rinnovabili. Il problema dei rifiuti, che con la raccolta differenziata ha fatto notevoli passi in avanti, induce a soffermarsi sugli obiettivi fissati per il 2030, che sono quelli di avviare il recupero di almeno il 65% dei rifiuti, affidare alla termovalorizzazione il 25% dei rifiuti e ridurre il conferimento in discarica dei rifiuti urbani a non più del 10%. In questa sezione del libro scopriamo che la battaglia, spesso ideologica, contro i termovalorizzatori, non tiene conto del fatto che i residui ultimi, al momento, necessitano di questo trattamento. Un recupero totale, cioè pari al 100%, dei residui naturali, non è pensabile per i manufatti umani. L’economia circolare viene indicata come la chiave per realizzare la transizione ecologica che è strettamente legata alle risorse per lo sviluppo sostenibile, nel senso che l’economia circolare si conclude non con il recupero della materia prima, ma quando la materia recuperata viene trasformata nuovamente in un prodotto simile utilizzabile e commercializzabile (es. il recupero del ferro-acciaio o del vetro). C’è anche un’economia circolare con produzione di materiali diversi, come il compost dall’umido, o quella a partire da materiale rinnovabile. L’economia circolare ha molte facce ed è utile e interessante conoscerle. Si affrontano anche i problemi legati agli oggetti tecnologici, quali il recupero del litio nelle batterie e delle terre rare dai telefonini. Queste azioni di recupero hanno bisogno di energia e se l’energia viene ricavata dai combustibili fossili e non dalle fonti rinnovabili, l’economia sarà circolare, ma non ecocompatibile. Che dire ancora? È un libro che lancia un appello e come dice il titolo, una sfida. Sta a noi raccoglierla.