Cara/o lettrice/lettore,
potrei cominciare il mio editoriale ancora una volta con considerazioni personali sconfortanti, la guerra Russia-Ucraina che continua con toni sempre più accesi, il terribile terremoto in Turchia e in Siria, il fatto che il nostro governo per quanto riguarda il problema energetico stia facendo solo del greenwashing, ma mi astengo perché rischio di diventare noiosa e ripetitiva.
Mi concentrerò, allora, su quanto troverai in questo primo numero del 2023 della nostra rivista. È un numero in gran parte dedicato alla necessità di attuare una reale transizione energetica, con tutto ciò che questo implica, e in cui ricorre più volte la parola sostenibilità, portata alla ribalta dall’Agenda 2023. In realtà, questo termine ha una storia che va ben più indietro nel tempo; infatti, cinquant’anni fa, dopo la pubblicazione del famoso libro The limits to growth, opera collettiva voluta dal Club di Roma, e la prima conferenza sull’ambiente tenuta a Stoccolma, oltre duemila scienziati firmarono una lettera, nota come il Messaggio di Mentone (https://science4stockholm50.world). Ebbene, in questo messaggio si parla per la prima volta di sostenibilità e si paventano i rischi dovuti all’uso massiccio dei combustibili fossili e allo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali: è a tutti gli effetti un’agenda 2030 ante litteram che, però, è entrata nel dimenticatoio.
La cosa, comunque, non ci deve stupire perché è una delle tante dimostrazioni di quanto la società sia sorda alla voce della Scienza. Devo aggiungere che, purtroppo, non si tratta solo del cittadino comune, nei confronti del quale posso trovare qualche benevola scusante, ma anche di alcuni ricercatori “fuori dalle righe” (non voglio chiamarli scienziati) che, ancora oggi, si ostinano a negare quanto è sotto gli occhi di tutti e, cioè, che il cambiamento climatico ha avuto un’accelerazione spaventosa e che i suoi effetti sono pesantissimi. Dove sono finite quelle giornate invernali di “sana nebbia”, quelle brinate che, quando la mattina ti svegliavi, ti facevano trovare un mondo incantato, cristallizzato e decorato da diamanti di ghiaccio? Quando mai a metà febbraio la “colonnina di mercurio” ha raggiunto i 18 °C (misurati da me e sui quali posso mettere la mano sul fuoco)?
L’IPCC, la voce della Scienza, con i suoi report annuali, oltre a sottolineare la drammaticità della situazione, dice chiaramente come dobbiamo muoverci e quali strade imboccare. La politica, però, fa orecchie da mercante, tanto è vero che Nature, una prestigiosa rivista scientifica, ha pubblicato il primo giugno dello scorso anno un editoriale dall’esplicito titolo “Perché i leader politici mondiali stanno ignorando la sostenibilità?” (https://www.nature.com/articles/d41586-022-01508-2).
Il governo italiano non è da meno, sembra proprio non capire che uno dei punti chiave per attuare la sostenibilità è la transizione dai combustibili fossili alle fonti energetiche rinnovabili. Lo dimostra il fatto che, invece di potenziare il fotovoltaico e l’eolico, con il “Piano Mattei”, che sarebbe invece più corretto denominare “Piano Descalzi”, intende fare dell’Italia l’hub energetico del Mediterraneo, prendendo gas metano dall’Algeria per trasportarlo verso tutta l’Europa; ma il piano non si ferma qui perché avremo anche rigassificatori a go-go, tra cui uno a Gioia Tauro e uno a Porto Empedocle. In definitiva, mascherata da un’azione di greenwashing (come ENI insegna), useremo ancora fossili fino al 2048! Tanto a noi la CO2 ci fa un baffo, perché costruiremo impianti per la cattura e lo stoccaggio di questo gas, i così detti impianti CCS, una tecnologia che si è dimostrata fallimentare in tutto il mondo. Mi viene da piangere e allora preferisco pensare alla nostra rivista.
Come dicevo, in questo numero troverai materiale dedicato alla transizione energetica e alle sue tante sfaccettature, non solo in due contributi di carattere generale, ma anche in uno in chiave più didattica. Inoltre, nella rubrica “Laboratori”, c’è una proposta per coinvolgere gli studenti nel monitoraggio dell’inquinamento ambientale, problema strettamente connesso al tema energetico, utilizzando i licheni.
Non abbiamo neanche dimenticato i più piccoli, i piccolissimi direi, perché potrai leggere di un laboratorio sui materiali omogenei ed eterogenei proposto alla scuola dell’infanzia.
In questo numero si parla anche di musei scientifici di recente apertura, che hanno un occhio di riguardo per la sostenibilità, di una bella manifestazione che si è tenuta a Como su Alessandro Volta e l’elettrochimica, ancora una volta improntata alla sostenibilità, e di una Rete nata per promuovere la diffusione delle discipline STEM, la parità di genere e un’educazione equa e inclusiva, sempre con attenzione per la sostenibilità (a questo proposito, ricordo che c’è una proposta di legge per dedicare una settimana alle discipline STEM, proposta appoggiata caldamente dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici).
Ritorna anche la rubrica “Dare voce agli studenti” con un contributo dal titolo stuzzicante “M’illumino d’immenso”, sul quale non svelo di più, e nella rubrica “Metodologie didattiche per l’Università” si parla della Scuola Ulderico Segre, organizzata dalla Divisione di Didattica della SCI, come esempio di meta-riflessione al servizio dell’insegnamento universitario.
Infine, nella rubrica “Pagine di storia” si parla dell’arte della guerra al tempo del Rinascimento; ho voluto concludere citando questo contributo perché sottolinea che, purtroppo, l’idea della guerra è innata nell’uomo. Ce lo insegna la storia di ieri, ma anche e, soprattutto, quella di oggi: l’attuale conflitto Russia-Ucraina dimostra, infatti, che non si cercano accordi per arrivare alla pace e per risparmiare vite, ma per ricevere armi sempre più potenti e per uccidere sempre più ferocemente.
Buona lettura e a presto