L’anti-scienza: meglio confortanti bugie
che scomode verità



Margherita Venturi,
Silvano Fuso,
Carmine Iorio


e-mail: margherita.venturi@unibo.it;
silvanofuso@tin.it; carmine.iorio@dottorandi.unipg.it



Cara Lettrice e caro Lettore,

contrariamente al solito, questo editoriale è scritto a sei mani: la sottoscritta che ben conosci, Silvano Fuso, che leggi spesso nelle News, e Carmine Iorio, un dottorando in Etica della comunicazione, della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica all’Università di Perugia. È scritto a sei mani perché assieme abbiamo pensato e organizzato questo numero monotematico della rivista, intitolato Come contrastare l’anti-scienza: didattica e non solo.


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L’idea è nata dalla considerazione che l’anti-scienza ha un impatto sempre più pesante sulla nostra società e sulla Scienza stessa e, quindi, è un tema che riguarda tutte e tutti. Complottismi e fake news continuano a diffondersi a macchia d’olio nel nostro mondo, assieme a teorie pseudoscientifiche, che sono ancora più subdole perché pretendono di essere riconosciute come Scienza. Il caso della pandemia da COVID-19 ne è l’evidente dimostrazione. Anche se ha chiaramente dimostrato l’importanza della Scienza, dal momento che solo il lavoro cooperativo di migliaia di scienziate/i di tutto il mondo ha permesso di garantire nel minor tempo possibile cure e avanzamento di conoscenza scientifica per contrastare il nuovo virus, non sono state poche le teorie del complotto e della cospirazione che hanno alimentato la sfiducia verso il mondo scientifico. La presunta creazione di SARS-CoV-2 in laboratorio e il vaccino sviluppato per distruggere il mondo sono solo due esempi di come il campo scientifico sia stato minato in lungo e in largo durante l’emergenza sanitaria. La recente pandemia, però, ha solo accentuato il problema perché l’humus di anti-scienza ha radici lontane e si alimenta quotidianamente.

Nonostante la Scienza sia uno dei pilastri fondamentali della nostra società, negli ultimi anni, ci troviamo di fronte a una crescente diffidenza nei confronti delle scoperte scientifiche e delle pratiche basate sul metodo scientifico. Per combattere questo atteggiamento dilagante è indubbio che una buona formazione scientifica degli studenti, che saranno i cittadini del futuro, e una corretta comunicazione della Scienza sono fondamentali.

È proprio partendo da tali premesse che abbiamo deciso di esplorare in questo numero della rivista le radici e le manifestazioni dell’anti-scienza, raccogliendo contributi di esperte/i in diverse discipline e dando, per quanto detto sopra, ampio respiro all’importanza della didattica come strumento utile a fronteggiare, anzi a riconoscere, l’anti-scienza.

Buona lettura e buona riflessione!


Margherita, Silvano e Carmine