Tra laboratori, storia e news
Margherita Venturi
Cara lettrice e caro lettore,
dopo il primo numero dedicato ai contributi presentati al Convegno della Divisione di Didattica del 2023, la nostra rivista torna al suo formato standard con le assodate rubriche sempre di grande interesse formativo/culturale.
Per quanto riguarda la scuola superiore di secondo grado potrai leggere ben tre contributi. Il primo descrive i risultati di un’attività in cui gli studenti indagano la qualità dell’aria nella zona della loro scuola e delle loro abitazioni; il secondo prende spunto da una ricetta del limoncello per far entrare i ragazzi nel mondo delle soluzioni, delle emulsioni e dell’effetto ouzo (che mi ha tanto incuriosito); il terzo, infine, ci catapulta verso gli sviluppi nuovi (se così si può dire) dell’insegnamento della chimica, svelandoci quante informazioni si possono ricavare usando programmi informatici realizzati ad hoc per la nostra disciplina. Si tratta di tre laboratori: i primi due lo sono nel senso stretto del termine, mentre il terzo non è sicuramente un laboratorio di tipo tradizionale, ma è altrettanto interessante.
Questo numero è ricco anche per quanto riguarda la scuola primaria; nella rubrica ad essa dedicata sono, infatti, riportati due contributi: il primo ci parla del dibattuto tema di come affrontare l’educazione ambientale per far sì che non sia “una moda dell’ultima ora”, ma qualcosa di veramente formativo; il secondo, invece, presenta un laboratorio sulle proprietà speciali dell’acqua in cui i bambini scoprono che il comportamento del mondo materiale ha una sua spiegazione nel mondo dell’invisibile fatto di atomi e molecole (con tutti i pro e i contro che questo approccio può comportare).
E, poi, ancora nelle news troverai un’anteprima sulla nona edizione del Premio Asimov e sui libri selezionati in attesa del giudizio finale previsto per maggio, una considerazione di tipo economico/sociale sul cosiddetto “Piano Mattei” e un breve elenco di articoli usciti recentemente nella letteratura straniera (rigorosamente open access) che possono offrire spunti interessanti per il tuo lavoro di docente.
Infine, come abitudine per i numeri “tradizionali” del CnS, c’è la rubrica Pagine di Storia con un contributo su una figura di chimico noto e al tempo stesso discutibile.
La cosa che mi affascina di più (e mi preoccupa un po’) della storia è che ritroviamo aspetti/comportamenti che sembrano non avere tempo e che, evidentemente, sono una caratteristica intrinseca dell’uomo. Nel caso specifico affrontato nell’articolo si tratta delle gelosie fra chimici, dell’incapacità ad ammettere i propri errori e della mancanza di umiltà ad accettare le idee altrui.
Usando una frase ben conosciuta, questi sono “i corsi e i ricorsi della storia”, che ci potrebbero insegnare molto per evitare di rifare gli stessi errori, ma l’uomo ha la memoria corta.
Le guerre ne sono un drammatico esempio: infatti, dopo due guerre mondiali, le cui ferite non sono ancora state rimarginate del tutto, si riaffaccia lo spettro di una terza guerra.
Allora, concludo con una poesia di Trilussa La ninna nanna de la Guerra pubblicata nel lontano 1914.
Ninna nanna, nanna ninna, er pupetto vò la zinna, dormi dormi, cocco bello, se no chiamo Farfarello, Farfarello e Gujermone che se mette a pecorone Gujermone e Cecco Peppe che s’aregge co’ le zeppe: co’ le zeppe de un impero mezzo giallo e mezzo nero; ninna nanna, pija sonno, che se dormi nun vedrai tante infamie e tanti guai che succedeno ner monno, fra le spade e li fucili de li popoli civili. |
Ninna nanna, tu nun senti li sospiri e li lamenti de la gente che se scanna per un matto che comanna, che se scanna e che s’ammazza a vantaggio de la razza, o a vantaggio de una fede, per un Dio che nun se vede, ma che serve da riparo ar sovrano macellaro; che quer covo d’assassini che c’insanguina la tera sa benone che la guera è un gran giro de quatrini che prepara le risorse pe li ladri de le borse. |
Fa la ninna, cocco bello, finché dura ‘sto macello, fa la ninna, che doman rivedremo li sovrani che se scambieno la stima, boni amichi come prima; so’ cuggini, e fra parenti nun se fanno complimenti! Torneranno più cordiali li rapporti personali e, riuniti infra de loro, senza l’ombra de un rimorso, ce faranno un ber discorso su la pace e sur lavoro pe’ quer popolo cojone risparmiato dar cannone. |
È una ninna nanna che potremmo cantare ai nostri figli e ai nostri nipoti ancora oggi, perché le sue parole risuonano terribilmente attuali, a dimostrazione del fatto che ci dimentichiamo degli insegnamenti della storia (mi scuso per la “parolaccia” della penultima riga della poesia di cui, però, è responsabile solo Trilussa).
Buona lettura e alla prossima