Piero Angela:
Dieci cose che ho imparato

Mondadori, 2022

Recensione di Luigi Campanella

Università di Roma La Sapienza

e-mail: luigi.campanella@uniroma1.it



Piero Angela ci ha lasciato un’eredità preziosa fatta di metodi e contenuti, di lavori a stampa e lavori in video, di tesi e di analisi. Di questa eredità fa parte il suo libro postumo “Dieci cose che ho imparato” (Editore Mondadori) che mi ha veramente appassionato.

Il punto di partenza è sempre quello a cui Piero Angela ci ha abituato: dobbiamo diffondere nelle nuove generazioni una mentalità scientifica. Angela cita l’esperienza venezuelana di un Ministero per lo Sviluppo dell’Intelligenza che impegna innanzitutto la scuola già a partire dalle classi della scuola materna. Questo sviluppo deve essere correlato di certo alla mentalità scientifica, ma va realizzato proponendo i temi più svariati attraverso i quali le migliori menti possono entrare nella scuola per seminare: dal debito pubblico alla produttività, dall’informazione all’ambiente, dall’energia alle prospettive demografiche, dal metodo scientifico alla pseudo scienza. Da qui il progetto che in 5 anni ha coinvolto su base volontaria 400 fra i migliori studenti torinesi. È fondamentale, scrive Piero Angela, insegnare ad affrontare i problemi tenendo conto delle varie connessioni e sapendo che c’è sempre un prezzo da pagare: i pro ed i contro - come si dice - sono sempre collegati e facce della stessa medaglia. Come è possibile, si chiede anche Angela, che un Paese come il nostro abbia perso le sue luci? La risposta si trova in 10 capitoli, 10 aree critiche, del libro.